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La Retina

L'angiografia retinica a fluorescenza, o fluorangiografia, è un esame fondamentale per la diagnosi di numerose malattie della retina e, in parte, della coroide: si riescono a studiare i tempi di circolazione del sangue nei diversi strati, le relative alterazioni, e si rendono visibili strutture dell'occhio (normali o patologiche) non osservabili con la sola visita oculistica.
Essa consiste nell'iniezione in una vena del braccio o della mano di un colorante fluorescente, la fluoresceina, e nell'esecuzione contemporanea di fotografie del fondo dell'occhio. Perchè le fotografie siano possibili si rende necessaria la dilatazione della pupilla con colliri.
Poichè la fluoresceina è un colorante giallo-arancio, anche la pelle apparirà lievemente colorata dopo la sua somministrazione, e le urine assumeranno un colore più intenso per qualche ora.

L'angiografia coroideale al verde d'indocianina (ICG) trova il suo utilizzo nella diagnosi delle patologie coroideali (ovvero della parte più ricca di arterie e vene, che fa da supporto alla retina) e nel caso in cui esistano problemi che rendano insufficienti i dati della fluorangiografia: per esempio emorragie, distacchi dell'epitelio pigmentato, presenza di neovascolarizzazioni coroideali mal definite, tumori ecc.).

Come nel caso della fluorangiografia, l'esame prevede l'iniezione endovenosa di una sostanza che diviene fluorescente grazie ai raggi infrarossi: il verde d'indocianina. La ripresa del fondo dell'occhio si effettua tramite una telecamera specifica. La pupilla deve essere dilatata come nell'angiografia a fluorescenza.
Il verde d'indocianina è un debole colorante, e non colora quindi la pelle.

La terapia è solo parziale, poichè non è possibile intervenire sulla causa della malattia, cioè sull'invecchiamento. Inoltre la retina non si rigenera, nè è sostituibile con trapianti, e pertanto le zone alterate rimangono tali. Proprio per questi motivi occorre intervenire Rapidamente, entro pochi giorni o settimane, per cercare di arrestare l'evoluzione negativa ed impedire l'aumento delle distorsioni delle immagini e delle macchie.

Nonostante si stia tentando di prevenire le conseguenze della malattia con vitamine e sali minerali da assumere per lunghi periodi, una volta comparsi i disturbi l'unica cura possibile è la fotocoagulazione laser.

Lo scopo è quello di "cauterizzare", bruciare e quindi far cicatrizzare i vasi anomali, responsabili delle distorsioni e delle macchie. Per questo motivo il laser non è utile nella forma secca della degenerazione maculare, in cui non vi è la presenza di capillari anomali. Inoltre il raggio laser distrugge insieme ai vasi anomali anche le cellule della retina, lasciando una cicatrice permanente e quindi una macchia scura . Questo è il motivo per cui bisogna scegliere il momento migliore per intervenire, prima che la malattia abbia danneggiato completamente il centro della retina.

Il trattamento laser viene effettuato in ambulatorio, applicando una lente a contatto e assolutamente non è doloroso. In diversi casi è necessario eseguire ulteriori sedute a causa della ricrescita dei vasi arteriosi e capillari ( le cosiddette recidive), che hanno quasi sempre la tendenza ad invadere la macula.




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